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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

La riforma della Governance economica europea La revisione del Patto di Stabilità e Crescita (PSC)

Si discute molto nelle istituzioni europee e nazionali, nonché in molti ambienti economici e finanziari, della riforma del patto di stabilità e crescita che deve essere riformato entro questo anno 2024.

Infatti il Patto è stato sospeso (e quindi le sue regole, i suoi parametri e le sue prescrizioni) nel periodo del COVID per permettere agli Stati Membri di indebitarsi e di investire, andando oltre i limiti dei parametri del deficit e del debito.

Ma la sospensione ha durata fino al 2024, poi se non sarà stato modificato, rientrerà in vigore il vecchio Patto.

Tutti conosciamo le critiche al Patto stesso come quadro regolatorio troppo rigido, troppo poco flessibile e adattabile e soprattutto troppo attento all'austerità invece che allo sviluppo e agli investimenti.

Infatti in passato alcuni studiosi e alcuni politici hanno definito “stupidi” cioè privi di strategia e visione i parametri fondamentali stessi, che sono come i pilastri di tutta la costruzione o, come detto da alcuni, la architettura della struttura economico-finanziaria del Patto stesso.

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Lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica

Da tempo molte parlamentari (e l'on. Toia tra le prime) chiedevano un atto legislativo, cioè una vera e propria direttiva, per definire con più precisione specifici reati sulla violenza alle donne, in modo che questa fattispecie sia recepita in tutti gli ordinamenti dei 27 Stati Membri.

Infatti alcuni Paesi hanno nei loro ordinamenti (e l'Italia tra questi) la previsione di una fattispecie di reato ben definita e tipizzata, in altri Paesi invece la violenza è un reato generico, come se non ci fosse un vero e proprio reato a sè che vede la donna vittima in quanto proprio donna, cioè appartenente ad un genere, ancora ritenuto non pienamente protagonista e persona autonoma.

È insomma la soggettività della donna, la sua autonomia e la sua di libertà che vengono negate e perciò colpite.

La donna è considerata oggetto e può essere, perciò, posseduta e sottomessa, fino alla morte, secondo una cultura non solo patriarcale, ma negatrice dei diritti della Persona.

Il fenomeno è diffuso in tutti i Paesi europei e oggi si assiste ad una regressione e cresce il numero delle donne colpite, fino al punto di diventare, in molti Paesi, una vera e propria piaga sociale, spesso nascosta nelle mura domestiche.

Si stima infatti che in Europa 1 donna su 3 sia stata vittima di violenza sessuale. Vale a dire 75 milioni di donne vittime. In particolare, nel 2014 una donna su 10 ha riferito di essere stata vittima di violenza sessuale dall'età di 15 anni e 1 su 20 di essere stata vittima di STUPRO.

Inoltre 1 su 5 ha subito violenza domestica e 2 su 5 hanno subito comportamenti abusivi e di controllo improprio. In un’indagine svolta dall’ISTITUTO EUROPEO per l’UGUAGLIANZA di GENERE (EIGE) è emerso che anche online il fenomeno si sta estendendo.

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Corpo europeo di solidarietà: un bilancio ed un occhio al futuro a due anni dalla creazione

1.    Premessa

Il Corpo europeo di solidarietà viene istituito ufficialmente nel 2018 in seguito ad una proposta di regolamento presentata dalla Commissione Europea l’anno precedente per incrementare la partecipazione dei giovani in attività di solidarietà come mezzo per contribuire a rafforzare la coesione, la democrazia e la cittadinanza in Europa. Lo scopo è di promuovere la solidarietà come valore, soprattutto attraverso il volontariato.

Questa fase pilota dell’iniziativa, che ha formalmente sostituito il precedente programma “Servizio Volontario Europeo (SVE)”, si è svolta fino al 2020, quando la Commissione Europea ha deciso di rinnovarlo per altri 7 anni.

Nel mese di ottobre 2023, la commissione parlamentare competente, ovvero la CULT (Cultura ed Istruzione), ha votato una relazione di analisi dell’attuazione del programma due anni dopo la sua approvazione.

Questa scheda informativa ha lo scopo di delineare la missione e gli obiettivi del Corpo europeo di solidarietà, fornendo ugualmente una sintesi delle conclusioni di questa relazione che il Parlamento si appresta a votare in seduta plenaria a Strasburgo nel mese di novembre 2023.

2.    Il Corpo europeo di solidarietà: missione, obiettivi, princìpi

Il regolamento (UE) 2021/888 ha stabilito la creazione del programma del Corpo europeo di solidarietà per il periodo 2021-2027, che coincide con la durata dell’attuale Quadro Finanziario Pluriennale.

L'obiettivo generale è promuovere la partecipazione dei giovani e delle organizzazioni a iniziative di solidarietà, principalmente attraverso progetti di volontariato, al fine di migliorare la coesione sociale, stimolare la cittadinanza attiva e rafforzare l'identità europea all'interno dell'Unione Europea.

Il regolamento definisce due sezioni specifiche di attività:

  • Una sezione dedicata alla partecipazione dei giovani ad attività di solidarietà rivolte alle sfide sociali e aperta a persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni
  • Una sezione dedicata alla partecipazione dei giovani ad attività di solidarietà connesse agli aiuti umanitari inquadrati nel Corpo volontario europeo di aiuto umanitario (CVEAU), aperto a persone fino ai 35 anni di età

Il Regolamento prevede che sia a livello nazionale che transfrontaliero, siano messe in atto attività che sfruttano le reti esistenti per ampliare il coinvolgimento dei giovani e aumentare il numero di organizzazioni partecipanti.

Inoltre, il programma accoglie la partecipazione di enti pubblici e privati, con o senza scopo di lucro, nonché di organizzazioni internazionali che abbiano ottenuto un riconoscimento di qualità.

Il regolamento prevede un bilancio di attuazione del programma pari a 1009 miliardi di EUR e ne demanda l’implementazione in larga parte alle agenzie nazionali.

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Futuro della Politica Industriale dell’Unione Europea

1. Premessa

Negli ultimi mesi, la politica industriale dell'Unione Europea è tornata al centro dell'attenzione a causa dei notevoli cambiamenti geopolitici e degli eventi internazionali in corso, a partire dalla pandemia di Covid-19, passando per il conflitto in Ucraina, fino ad arrivare agli scontri recenti in Medio Oriente.

In questo contesto di crisi, l'Unione Europea si è trovata di fronte a diverse emergenze. Innanzitutto per il settore dell'energia, in cui, fino a circa un anno fa, l'UE era fortemente dipendente dalle importazioni di gas dalla Russia. Questa dipendenza ha sollecitato l'UE a rivedere le sue politiche energetiche, cercando fonti alternative e rafforzando la resilienza del suo approvvigionamento energetico.

Un'altra sfida significativa è emersa dalla carenza di semiconduttori, un elemento cruciale per numerose industrie, tra cui l'automotive e l'elettronica. La scarsità di semiconduttori ha messo a dura prova la produzione industriale dell'UE durante la pandemia, evidenziando l'importanza di garantire una catena di approvvigionamento stabile per questi componenti essenziali.

Significativo è stato anche l’impatto dell’inflazione sull’intero continente. Un impatto che ha causato un aumento significativo dei tassi di interesse ed ha acuito le già esistenti disparità sociali, riducendo sensibilmente il potere d’acquisto dei cittadini.

Infine, le materie prime critiche hanno rappresentato un'altra area di preoccupazione. Le catene di approvvigionamento di queste materie prime sono state minacciate dalle crisi internazionali in corso, mettendo in evidenza la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e promuovere il riciclaggio e l'efficienza nell'uso delle risorse.

Per far fronte a queste sfide, l'UE ha iniziato a potenziare la sua politica industriale, con l'obiettivo di promuovere la competitività delle imprese europee, stimolare l'innovazione, sostenere la transizione verso un'industria verde e digitale e garantire la sicurezza delle sue catene di approvvigionamento.

L'UE sta anche lavorando per rafforzare la sua autonomia strategica e la sua capacità di agire in modo più indipendente nelle questioni economiche e geopolitiche, riducendo la sua dipendenza da attori esterni e garantendo la resilienza dei settori industriali chiave. Tuttavia, queste sfide richiedono un approccio dinamico e in continua evoluzione da parte dell'UE per adattarsi a un ambiente globale sempre mutevole.

Lo scopo di questa scheda informativa è presentare quanto si sta facendo a livello UE e le discussioni sul futuro della politica industriale dell’Unione

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Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio per il rafforzamento del sistema europeo dei semiconduttori (CHIPS ACT)

Il 18 settembre 2023, è stato ufficialmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio noto come "Chips Act," dopo aver ottenuto l'approvazione definitiva. A luglio 2023, il Parlamento aveva già approvato la bozza di accordo provvisorio concordato con il Consiglio, il quale, in breve tempo, ha dato il suo via libera definitivo al regolamento.

Questa è solo una delle tante misure messe in campo dall’Unione Europea per potenziare la sua autonomia strategica, migliorare la resilienza nel settore dei semiconduttori e raggiungere la sovranità digitale. Questa scheda informativa ha l’obiettivo di illustrare i principali provvedimenti contenuti nel regolamento.

1.   Premessa

La catena di approvvigionamento globale dei microchip è stata messa a dura prova dalla pandemia di Covid-19 e dalla guerra in Ucraina. Questi piccoli ma cruciali componenti tecnologici sono essenziali per la produzione di automobili, dispositivi salvavita e dispositivi di elettronica di consumo, come i nostri smartphone.

Nonostante l'Unione Europea abbia sempre investito in nuove tecnologie e svolto attività intense di ricerca e sviluppo, essa detiene attualmente solo il 10% del mercato globale dei microchip. Questo la rende vulnerabile alla dipendenza dalle forniture di Paesi terzi. Questo regolamento è stato ideato per ridurre al minimo tale rischio, consentendo una maggiore sicurezza nelle catene di approvvigionamento strategiche. In questo modo, si mira a evitare gli impatti negativi derivanti da comportamenti imprevedibili di Paesi terzi, come ad esempio la Cina.

Negli ultimi due anni, l'Unione Europea ha concentrato i suoi sforzi per rafforzare la propria autonomia strategica, allontanandosi da partner non affidabili come il regime di Putin in Russia e da paesi che, pur essendo alleati strategici, perseguono strategie commerciali che potrebbero pregiudicare l'economia dell'Unione. Oltre all'adozione del Chips Act, l'UE ha raggiunto l'indipendenza dall'approvvigionamento di gas dalla Russia in meno di un anno e sta lavorando con determinazione per approvare misure atte a proteggere il mercato dell'Unione dal rischio di manipolazioni esterne nel settore del gas ed una strategia volta a garantire un approvvigionamento sicuro di materie prime considerate cruciali per la sicurezza e l'autonomia strategica.

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