Questa straordinaria (nel bene e nel male) stagione europea
Prima di lasciarci per una breve vacanza, mi fa piacere condividere con voi qualche osservazione su questa straordinaria (nel male e nel bene) stagione europea.Nel male, perché l’Europa è stata scossa da una fortissima pandemia che ha mietuto vittime umane e ha “piegato” l’economia del Continente.
Nel bene, perché di fronte a questa crisi, la più forte e terribile, forse, dalla nascita dell’Europa stessa, si è reagito prima con alcuni provvedimenti di emergenza, poi con risposte ASSOLUTAMENTE INEDITE, infrangendo alcuni tabù (come l’idea di un debito comune) e affermando uno spirito di solidarietà tra gli Stati membri, frutto sia di scelte ideali che di realistica valutazione che la “sorte di un Paese ha effetti su tutti”. Ci lega dunque un “destino comune” dove non ci si salva da soli, ma ci si salva INSIEME.
Dunque, le risposte economiche alla crisi determinano anche il futuro dell’istituzione europea, la sua “salvezza economica” si intreccia con il completamento del “progetto incompiuto”, portandolo ad una indispensabile maggiore unità e integrazione.
Vorrei perciò commentare questo storico passaggio, le decisioni assunte e condividere con voi qualche osservazione politica e di prospettiva. In fondo alla nota, per sistematicità, darò anche uno sguardo all’indietro e alle prime misure urgenti.
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