Rete unica, i punti per una realizzazione accurata che porti vero sviluppo
IMMAGINA - EDITORIALE DI PATRIZIA TOIA, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ITRE
Molte cose si muovono, in questa calda estate, sotto il cielo del digitale e delle Tlc in Italia.
Finalmente si appalesa una strategia e un disegno di insieme, con protagonisti i membri del PD al Governo a partire dal ministro Gualtieri, per far fare un “balzo tecnologico” in avanti al nostro paese, oggi relegato in UE come livello di digitalizzazione o al 25° posto o al massimo al 18°, a seconda degli aspetti considerati.
Una posizione non degna di un paese industrializzato e sviluppato come il nostro, ma soprattutto un divario digitale e una debolezza a partire dalla mancanza di un’infrastruttura digitale adeguata, ben distribuita geograficamente, avanzata, veloce ed efficiente. Questo gap digitale blocca lo sviluppo di nuovi servizi per l’industria, la sanità, la Pubblica amministrazione, la mobilità intelligente e la transizione ecologica, che ha assolutamente bisogno del digitale e, inoltre, impedisce o limita lo sviluppo delle reti di nuova generazione.
Dobbiamo coprire tutto il paese, portando la banda larga e ultra larga non solo alle aree commerciali, ma anche alle zone “bianche” o a fallimento di mercato, dove non c’è domanda a sufficienza per ripagare gli investimenti, e alle aree “grigie” per superare le attuali dannose coperture a macchia di leopardo.
La mancanza in Italia di un’infrastruttura di TV via cavo, che oggi sarebbe convertibile per le telecomunicazioni, rende impossibile il paragone con altri paesi europei che hanno potuto contare e utilizzare un simile asset per creare un sistema di reti concorrenziali.
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