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Fondi e ricerca. L’Europa deve rilanciare

CORRIERE DELLA SERA, 19 GIUGNO 2020 (Mariya Gabriel - Patrizia Toia) -  La pandemia di Covid-19 non ha precedenti, così come la nostra risposta comune in Europa. Quando i governi e le società di tutto il mondo hanno lottato per contenere la pandemia globale, quando le nostre economie hanno sofferto come mai prima d'ora e la nostra vita personale e professionale è stata massicciamente sconvolta, la ricerca e l'innovazione si sono rivelate gli strumenti più incisivi e potenti per iniziare a riportarci verso una «nuova normalità».  

Ricercatori e innovatori stanno lavorando 24 ore su 24 per comprendere meglio il nuovo virus, poiché questo è l'unico modo in cui possiamo sviluppare trattamenti e diagnosi efficaci e fornire un vaccino atteso a livello globale. Di fronte all'incertezza economica e all'impossibilità di valutare gli effetti a lungo termine della pandemia, la ricerca e l'innovazione guideranno l'Europa nelle sue transizioni verdi e digitali. E avranno sempre più il ruolo di promuovere la crescita, di creare posti di lavoro e di stimolare la competitività.

Tuttavia, l'Europa ha bisogno di un budget adeguato per far sì che ciò avvenga - un budget che riconosca la ricerca e l'innovazione come sua struttura portante. Dopo diversi mesi, il 19 giugno il Consiglio europeo riaprirà il dibattito sul bilancio a lungo termine dell'Ue e le prossime settimane saranno dunque cruciali per avviarlo nella giusta direzione.

L'Unione Europea ha creato il più grande programma di ricerca e innovazione del mondo: Horizon 2020. La ricerca e l'innovazione sono il motore più importante della crescita: si stima infatti che il guadagno in termini di PIL per l'intera Ue dovuto proprio grazie ad Horizon 2020 si aggiri tra i 400 e i 600 miliardi di euro entro il 2030. Esso infatti guida lo sviluppo di attività ad alta intensità di conoscenza, che rappresentano oltre il 33% dell'occupazione totale in Europa.

In vista di un futuro molto impegnativo, siamo ora nelle fasi finali di preparazione del programma ancora più ambizioso che lo sostituirà dal 2021: Horizon Europe. Questo nuovo programma dispone di solidi strumenti e di approcci innovativi, come le nuove partnership pubblico-privato e le missioni su larga scala per aiutarci a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Se l'Europa sarà in grado di affrontare la decarbonizzazione e la trasformazione digitale, questo dipenderà anche dallo sviluppo e dagli aggiornamenti sul fronte innovazione e sulle nuove tecnologie. Se vogliamo raggiungere l'obiettivo potenziale di riduzione del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2030, che è di natura trasformativa per tutti i settori industriali in Europa, avremo bisogno di sforzi coordinati e di un forte Horizon Europe.

Il 27 maggio 2020, la Commissione europea ha proposto di rafforzare Horizon Europe con 13,5 miliardi e mezzo di euro in più dal nuovo strumento di ripresa Next Generati on Eu. Il programma raggiungerà in totale 94,4 miliardi di euro, dove il denaro aggiuntivo consentirà di concentrarsi ancora di più e facilitare la ricerca essenziale per la salute, la resilienza e le transizioni verdi e digitali.

Ora abbiamo bisogno che gli Stati membri - e l'Italia specialmente - diano all'Europa la possibilità di avere una ripresa basata sui risultati e le conquiste scientifiche, convenendo su un bilancio ambizioso per Horizon Europe. Avere a disposizione un budget adeguato non porterebbe soltanto alla creazione di 100.000 posti di lavoro nelle attività di ricerca e innovazione entro il 2027, ma ad un investimento massiccio nelle nostre economie.

Allo stesso tempo, i ministri della Ricerca dovrebbero accelerare la discussione sulle questioni aperte di Horizon Europe per evitare di ritardare l'avvio del programma che ci aiuterà a combattere l'impatto a lungo termine di questa pandemia e a prepararci meglio a futuri shock. Contribuirà a combattere il cancro, a scoprire nuove soluzioni per le città neutrali dal punto di vista climatico, a garantire la sicurezza energetica e alimentare, a prendersi cura della qualità dei nostri oceani e a prepararci agli inevitabili cambiamenti sociali ed economici.

Non sprechiamo questa occasione.


Scarica e diffondi l'appello di Mariya Gabriel - Patrizia Toia  Corriere della sera, 19 giugno 2020 (pdf)

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