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I DODICI MESI PIU' DIFFICILI DELL'UE

Fabrizia Di Lorenzo aveva 31 anni e lavorava in Germania da cittadina d'Europa. Su Twitter aveva usato le parole del socialogo Zygmunt Bauman per invitare a non sovrapporre il terrorismo all'immigrazione e le immagini del film "La meglio gioventù" per esprimere la sua frustazione cerso un Paese che scegli l'immobilità alle riforme e costringe i giovani volenterosi come lei ad andare a lavorare all'estero. Lo scorso 19 dicembre Fabrizia Di Lorenzo è morta al mercatino di Natale di Berlino, insieme ad altre 11 persone.

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IL FUTURO DEI TRASPORTI NELL'UE

Roma, Milano, Napoli, Firenze...in questi giorni le principali città italiane sono paralizzate dei blocchi del traffico e avvelenate dallo smog. Ogni giorno, oltre a perdere la salute, perdiamo milioni di euro in spese sanitarie in limiti alle attività commerciali e produttive. Eppure il settore dei trasponi e quello dell'energia non solo potrebbero costare molto di meno alla società, ma potrebbero essere una grande opportunità industriale ed economica. E' necessario quindi che il Paese punti a non lasciarsi sfuggire questa opportunità.

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IL LAVORO CHE CI ASPETTA A BRUXELLES

Domani milioni di italiani si recheranno alle urne per votare il referendum costituzionale. Io ho già spiegato più volte perchè votare Sì è fondamentale per cambiare l'Italia in meglio, ma anche per permettere di svolgere pienamente il suo ruolo guida in Europa, in un momento in cui ha fortemente bisogno dell'Italia. Ora, piuttosto che ricordare i meriti delle riforme o i risultati che abbiamo otenuto in questi anni in Europa come europarlamentari e come governo italiano, è bene dare uno sguardo al lavoro fututo che abbiamo di fronte.

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NIENTE ACCORDI SENZA IL NOSTRO VOTO

L'involuzione democratica della Turchia si cura con la democrazia anche in Europa. Per questo la risoluzione che abbiamo votato giovedì a Strasburgo non è importante solo dal punto di vista del merito della questione, sospendere o meno i negoziati di adesione alla Ue, ma è fondamentale soprattutto dal punto di vista del metodo: la politica estera non può essere ostaggio della realpolitik dei governi ma deve essere discussa e votata dai rappresentanti eletti dai cittadini. E' una lezione che non dobbiamo dimenticare.

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