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LE RIVOLUZIONI SILENZIOSE PER I CITTADINI COMUNITARI

Caro direttore, da domani mattina nessuno si ricorderà più che il roaming e mai esistito e nessuno si ricorderà delle persone, che come noi eurodeputati, hanno lottato per più di dieci anni contro l'ostinazione delle compagnie telefoniche e di alcuni governi. Personalmente ho negoziato con il Consiglio e la Commissione, in quanto relatrice del Gruppo S&D, e solo all'alba del 30 giugno 2015, abbiamo raggiunto l'accordo finale dopo 12 ore di discussioni, ho capito che avevamo vinto. Non vi stupirete neanche quando un giorno qualcuno vi dirà che "ha fatto più vodafone (o Tim o Wind o chi volete voi" per l'Europa che non l'Europa stessa". Alcuni penseranno anche che è proprio vero! Il vantaggio delìUnione si percepisce quando si utilizza il cellulare in vacanza, non quando si sente parlare di summit, risoluzioni, procedure di infrazione. E' già successo.     

VAI AL COMMENTO PUBBLICATO SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 14 GIUGNO 2017

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NESSUNA MARCIA INDIETRO SUL CLIMA

Non basta il capriccio populista di un presidente americano per smontare un accordo che l'Unione europea ha costruito in anni di battaglie. L'accordo di Parigi sul clima del 2015è il punto di arrivo di un processo iniziato al summit della Terra del 1992. Allora non esistevano ancora prove incontrovertibili sul fatto che il cambiamanto climatico è causato dall'uomo. Politicamente uscivamo da una lunga guerra fredda dopo la quale sembrava che il mondo dovesse essere guidato solo dalla potenza americana vincente. Dal punto di vista geopolitico la Cina era praticamente inesistente, cosi come la Russia. Non eistevano ancora i Paesi emergenti, non esisteva il G20, nato sette anni dopo, e la globalizzazione come la conosciamo oggi era appena agli inizi.  

VAI AL COMMENTO PUBBLICATO SU L'UNITA' DEL 3 GIUGNO 2017

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IL SECONDO PAESE INDUSTRIALE DELL'UE

Siamo il secondo Paese manifatturiero dell'Ue, la terza economia dell'eurozona, il nono Paese al mondo per esportazioni e l'ottavo per surplus commerciale, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni che in Italia è in positivo per circa 50 miliardi di euro. L'export italiano equivale a circa il 30% del nostro Prodotto interno lordo, mentre le importazioni si fermano al 27%. Giovedì le previsioni economiche della Commissione europea hanno confermato che la crescita economica italiana, che resta troppo lenta, è sostenuta principalmente dalle esportazioni, che sono destinate ad aumentare in linea con l'aumento della domanda esterna. Questi sono i dati da cui si dovrebbe partire quando in Italia si parla di globalizzazione.    

VAI AL COMMENTO PUBBLICATO SU L'UNITA' DEL 13 MAGGIO 2017

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