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UN "ERASMUS" PER I GIOVANI CATTOLICI

Un “Erasmus” in tutte le parrocchie. Ecco una delle idee sortite dall’intenso lavoro di gruppo svolto ieri e venerdì a “(RE)thinkingEurope”. Via ha partecipato, quale inviata nella delegazione italiana, anche Patrizia Toia, eurodeputata Pd al Parlamento europeo: “Si, è una delle proposte emerse: organizzare una sorta si Erasmus per inviare i giovani cattolici nelle Chiese d’Europa, a vedere le diversità e conoscere altre esperienze”.

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LA CATALOGNA, L'EUROPA E NOI?

INTERVISTA A PATRIZIA TOIA - IL SICOMORO, 15 OTTOBRE 2017 - La vicenda catalana, al di là dell'esito finale, pone alcuni  interrogativi: perché in Europa nascono richieste di autono­ mia territoriale che nel caso specifico diventano secessione? Ma il 'così piccolo' diventa proprio 'bello' in un mondo glo­ balizzato?
Bisogna distinguere due fenomeni molto diversi. Da una parte ci sono le legittime richieste di maggiore autonomia e parteci­ pazione alle decisioni per avvicinare le isti­ tuzioni ai cittadini, secondo il principio di sussidiarietà: fino a dove possibile le com­ petenze devono essere affidate agli enti più vicini ai cittadini. E' un principio sancito dal Trattato di Maastricht, ma che non è stato applicato fino in fondo. Dall'altra parte ci sono le "pretese" di indipendenza, come nel caso della leadership catalana che agisce contro la legge e la costituzione del Paese di cui fa parte. È un'involuzione che abbiamo già visto in Europa. Se è vero che in un mondo sempre più globalizzato gli Stati hanno perso peso e sovranità e non sembra­ no più in grado di proteggere i cittadini dalle crisi economiche, ambientali e sociali, rivol­ gersi alle comunità locali è una pericolosa illusione. Non è chiudendosi a riccio che ci  si protegge e si riprende in mano il proprio destino. Al contrario, gli Stati recuperano sovranità unendo le forze a livello europeo e facendo crescere la democrazia sia a livello comunitario  che degli enti locali.

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IUS SOLI: EURODEPUTATI DEM ADERISCONO ALLO SCIOPERO DELLA FAME

COMUNICATO STAMPA - BRUXELLES, 11 OTTOBRE 2017 - “C’è veramente poco tempo per approvare la riforma della cittadinanza. Una riforma giusta, segno di civiltà e lungimiranza, che prende atto della diversità che è parte integrante oggi della società italiana. Il Partito democratico ha raccolto il testimone di questa sfida è intende portarla avanti fino in fondo. Per questo abbiamo deciso, fin dall’inizio, di unire la nostra voce a quella delle centinaia di persone che in questi giorni stanno aderendo sciopero della fame indetto in favore dello ius soli e ius culturae. È giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità di fronte ad oltre 800 mila bambini e bambine che oggi si trovano di fronte ad un futuro pieno di ostacoli e discriminazioni. Cambiare questa legge significa impostare un traguardo, la cittadinanza, al termine di un percorso di integrazione. Vogliamo una società coesa, unita, in grado di guardare al futuro con un unico obiettivo comune, il bene del nostro Paese. Questa riforma fa sì che tutto questo sia possibile, impedendo una società composta da cittadini di serie A e cittadini di serie B. Questi bambini frequentano le scuole insieme ai nostri figli e come loro sono italiani, lo sono di fatto, con questa riforma lo potranno essere anche sulla carta. Lanciamo per questo un appello alle coscienze dei senatori indecisi, perché, dopo oltre un decennio di discussioni, si colga questa occasione per chiudere la legislatura all’insegna della giustizia e del buonsenso”.

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"IL SIMBOLO DELL'UE IN QUELLO DEL PARTITO"

COMUNICATO STAMPA - BRUXELLES, 29 SETTEMBRE 2017 - “L’Unione europea è la nostra bandiera da sempre e oggi è arrivato il momento di renderlo evidente anche nel simbolo, per distinguerci nettamente dai movimenti sovranisti ed euroscettici. Per questo sottoscrivo con convinzione la proposta del Foglio di mettere le stelle della bandiera europea nel simbolo del Pd. Il nostro partito è quello che ha portato l’Italia nell’euro ed è l’unico che, pur riservandosi il diritto di critica, non ha mai messo in dubbio i propri valori europeisti, la partecipazione al progetto di integrazione e alla moneta unica, anche negli anni più bui della crisi economica e dell’ostilità di molti nei confronti di Bruxelles. Oggi la divisione tra europeisti e sovranisti, tra chi crede nell’apertura al mondo e chi predica la chiusura, è la principale chiave di interpretazione della politica ed è giusto che sia chiaro a tutti gli elettori, anche per evitare i trasformismi di chi fino a ieri predicava l’uscita dall’euro e oggi va in processione a Cernobbio per accreditarsi come classe dirigente credibile”.“L’Unione europea è la nostra bandiera da sempre e oggi è arrivato il momento di renderlo evidente anche nel simbolo, per distinguerci nettamente dai movimenti sovranisti ed euroscettici. Per questo sottoscrivo con convinzione la proposta del Foglio di mettere le stelle della bandiera europea nel simbolo del Pd. Il nostro partito è quello che ha portato l’Italia nell’euro ed è l’unico che, pur riservandosi il diritto di critica, non ha mai messo in dubbio i propri valori europeisti, la partecipazione al progetto di integrazione e alla moneta unica, anche negli anni più bui della crisi economica e dell’ostilità di molti nei confronti di Bruxelles. Oggi la divisione tra europeisti e sovranisti, tra chi crede nell’apertura al mondo e chi predica la chiusura, è la principale chiave di interpretazione della politica ed è giusto che sia chiaro a tutti gli elettori, anche per evitare i trasformismi di chi fino a ieri predicava l’uscita dall’euro e oggi va in processione a Cernobbio per accreditarsi come classe dirigente credibile”.
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