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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

Green Deal europeo: date e cronistoria, obiettivi e primi passi

Scheda n. 1

L’Europa ha annunciato il Green Deal nel 2019 attraverso i primi discorsi di Ursula Von Der Leyen. Successivamente, a seguito dell’avvento della pandemia, qualcuno pensava che questo obiettivo venisse abbandonato mentre ciò che è successo è che, invece, l’obiettivo è stato anticipato con la Climate Law e, in aggiunta, la trasformazione ambientale è diventata uno degli assi principali del programma Next Generation Eu, assieme ai temi del digitale e della sostenibilità sociale.

Dobbiamo diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero e dobbiamo farlo con coerenza, convinzione e realismo, cioè mettendo a disposizione le risorse e gli strumenti per raggiungere questi traguardi.

Risorse e strumenti devono consentire la più ampia innovazione tecnologica e scientifica possibile e anche garantire di prevenire e affrontare adeguatamente le implicazioni e le ricadute sociali di questo percorso.

Ripercorriamo le date più significative:

  • Dicembre 2019: lancio del Green Deal con obiettivo fissato al 2050 per il traguardo di neutralità climatica del continente
  • Marzo 2020: normativa legislativa per rendere vincolante l’obiettivo al 2050
  • Settembre 2020: presentazione del nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e proposta di inserimento dello stesso nella normativa sul clima
  • Dicembre 2020: approvazione del Consiglio dell’obiettivo del -55% di emissioni al 2030
  • Aprile 2021: raggiungimento dell’accordo politico sulla Climate Law
  • Giugno 2021: entrata in vigore della Climate Law
  • Luglio 2021: lancio del pacchetto normativo finalizzato alla trasformazione dell’economia europea in vista del raggiungimento degli obiettivi al 2030.

In questo momento, siamo nella fase di negoziazione tra Parlamento e Consiglio per la modifica e la successiva adozione di tali provvedimenti, che porteranno l’Unione a traguardare l’obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro in 2030, rispetto ai livelli del 1990.

La tappa del 2030 sarà fondamentale per garantire all’Europa la possibilità reale di diventare il primo continente a impatto climatico zero nel 2050, traguardo storico e cruciale per affermare la leadership europea in campo ambientale anche se, come vedremo piu’ avanti, sarà necessario che l’Europa si ponga come traino e riesca a farsi seguire da altri continenti e potenze mondiali, per far sì che i suoi sforzi non siano isolati e portino ad un reale impatto su scala globale.

PASSI DA COMPIERE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI AL 2030

Quanti passi dobbiamo compiere per raggiungere i risultati del Green Deal?

Con la Climate Law abbiamo già una normativa (REGOLAMENTO UE 2021/1119) in cui abbiamo definito gli obiettivi al 2030 e al 2050 (meno 55% di emissioni di CO2 e, rispettivamente, decarbonizzazione), ma con il pacchetto legislativo denominato “Fit for 55” e con altri provvedimenti, quali ad esempio la Strategia forestale, vogliamo tracciare la strada per raggiungere questi obiettivi, attraverso una trasformazione di tutti i settori dell’economia europea, per fare in modo, da un lato, che arrivino al traguardo adeguatamente preparati e attraverso un processo graduale e sostenibile e, dall’altro, che la sfida individuata dal Green Deal rappresenti anche un’opportunità di crescita equa, competitiva ed efficiente per l’economia europea.

L’elenco degli atti da approvare è lungo, ma è importante conoscerlo:

  • Strategia forestale dell’UE
  • Scambio di quote di emissione per il trasporto stradale e l’edilizia
  • Regolamento sull’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF)
  • Regolamento sulla condivisione degli sforzi (EFFORT SHARING)
  • Norme sulle emissioni di CO₂ di autovetture e furgoni
  • Fondo sociale per il clima
  • Sistema di scambio di quote di emissione dell’UE — per l’energia, l’industria, il trasporto marittimo e aereo (ETS)
  • Direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi
  • Iniziativa ReFuelEU Aviation
  • Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CIBAM)
  • Direttiva sulla tassazione dell’energia
  • Direttiva sulle energie rinnovabili
  • Iniziativa FuelEU Maritime
  • Direttiva sull’efficienza energetica

Ecco in versione grafica, a mo’ di alveare, i provvedimenti:

2030

EFFETTI E RICADUTE SULL’INDUSTRIA EUROPEA 

Il settore industriale sarà fortemente impattato dalle ricadute delle proposte che sono ora al vaglio dei colegislatori.

La sfida è cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde per rendere la nostra industria competitiva e innovativa e, al tempo stesso, stimolare l’occupazione e gli investimenti.

Attraverso investimenti in un’economia a basse emissioni di carbonio, si rafforzeranno i mercati di prodotti sostenibili, si aumenterà il livello di efficienza energetica degli edifici e si favorirà la circolazione di veicoli meno inquinanti, con un forte impatto nelle catene del valore dei settori relativi all’energia rinnovabile, all’edilizia e all’industria automobilistica.

Riferendoci solamente a quest’ultima, si stima che entro il 2030 ci saranno 30 milioni di veicoli circolanti a zero emissioni (solo nel 2020, in EU, sono stati immatricolati 1 milione di veicoli elettrici), dunque, ciò che si prospetta è una grande opportunità di crescita e innovazione per questa filiera.

Rispetto al settore edile, invece, sono 35 milioni gli edifici che si presume verranno restaurati in questo periodo, con la creazione potenziale di 160.000 nuovi posti di lavoro.

Lo stimolo che certamente verrà dato in termini di crescita al settore industriale non porterà solamente alla creazione di nuova occupazione nei settori green, ma garantirà anche una spinta all’innovazione, grazie ad un rinnovato Fondo per l’innovazione che acquisirà nuove risorse derivanti dalle entrate supplementari del sistema di fissazione del prezzo del carbonio.  

Da ultimo, ma di certo egualmente importante, non sarebbe possibile procedere nella transizione senza garantire alle nostre imprese dei meccanismi di prevenzione rispetto alla concorrenza sleale proveniente dall’estero: per questo motivo sono previste delle misure che impongono un pagamento sulle emissioni anche per quelle imprese che vogliono importare i propri prodotti in EU.

Questa normativa, inoltre, assume una rilevanza anche a livello di obiettivi climatici su scala globale, evitando che la produzione ridotta di emissioni interna all’UE non si traduca semplicemente in una dislocazione extra-UE delle medesime emissioni.

UN SISTEMA DI TRASPORTI SOSTENIBILE

I trasporti incidono in modo sostanziale sulle emissioni di CO2: per traguardare l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 è necessario avviare un percorso impegnativo per ridurre del 90% le emissioni generate da questo settore entro il 2050, con un strategia coordinata che vada ad agire sia sul trasporto su gomma (autoveicoli e furgoni), che sul trasporto aereo e marittimo.

Con riferimento al settore del trasporto su strada, l’obiettivo fissato al 2030 prevede una riduzione delle emissioni del 55% per le automobili e del 50% per i furgoni, inoltre, entro il 2035 le auto nuove dovranno essere a emissioni zero.

Inoltre, per rendere effettiva la possibilità di circolazione di tali veicoli, vengono fissati degli obiettivi per rafforzare le infrastrutture di ricarica di tali veicoli attraverso combustibili alternativi, quali l’energia elettrica e l’idrogeno e, in parallelo, per stimolare ulteriormente gli investimenti in prodotti e tecnologie sostenibili e l’utilizzo di carburanti più puliti è previsto che dal 2026 venga introdotto un meccanismo che attribuisce un prezzo all’inquinamento generato, attraverso lo scambio di quote di emissione.

Rispetto al sistema di trasporto aereo e marittimo, le proposte normative prevedono percorsi paralleli, che vanno ad incidere sia sulla fissazione del prezzo del carbonio che sulla fornitura di energia elettrica per la ricarica dei mezzi. In tal modo si promuoverà l’utilizzo di carburanti sostenibili e si renderà effettiva la possibilità della circolazione di tali mezzi.

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