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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

Economia circolare

Economia circolare: una definizione

Economia circolare è un nuovo paradigma di produzione e consumo che, come evoca a stessa immagine del cerchio, racchiude l’intero ciclo vitale dei prodotti in una catena di fasi dove condivisione, riutilizzo, prestito, ricondizionamento, riparazione, riciclo si sfruttano i beni fino al limite potenziale, sia in termini di durata, sia in termini di valore materiale ed economico.

Ricalcando i cicli naturali della materia il modello dell’economia circolare è un modello che, a patto che sia applicato in maniera ottimale, è essenzialmente sostenibile e contribuisca a una radicale riduzione dell’impatto energetico dell’intera filiera produttiva e dei rifiuti. Come un essere vivente dentro un ecosistema naturale il prodotto che nasce in un economia circolare non termina la sua esistenza quando termina la sua funzione ma va ad alimentare, attraverso i materiali di cui è composto e attraverso il valore che genere, il ciclo produttivo di altri beni.

Il contrasto tra il modello produttivo circolare e quello tradizionale non potrebbe che essere più netto. Il modello economico-tradizionale segue la geometria lineare del “prendi-produci-usa-getta” ed è fondato sull’ipotesi irrealistica di un mondo dalle risorse illimitate, tale da permettere una crescita infinita. Il modello circolare assume, al contrario, la consapevolezza che la civiltà e l’economia umana dipendono dalla finitezza di un pianeta, la terra, dove tutti i fenomeni complessi, da quelli biologici a quelli fisico-chimici sono governati da una logica ciclica, dove tutto si trasforma e niente si distrugge, ma nemmeno si crea del nulla.

Si calcola che da qui al 2050 le attività umane consumeranno risorse materiali ed energetiche pari a quelle di 3 pianeti terra, arrivando ad aumentare del 70% la quantità di rifiuti. Abbracciare l’economia circolare non è solo un grande atto di consapevolezza ma anche un passaggio fondamentale per una transizione a un nuovo paradigma economico, un modello di crescita rigenerativo, imprescindibile al raggiungimento della neutralità climatica.

Economia circolare nella UE: il piano d’azione.

Col Green Deal presentato nel marzo del 2020 l’Europa ha varato una strategia per la transizione a un'economia climaticamente neutra, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, una tabella di marcia in cui il piano per l’economia circolare svolge un ruolo indispensabile.

Finalità ultima del piano d'azione è ridurre l’impronta ecologica dell’intera catena di consumo dell'UE e raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio, alimentando al contempo la crescita economica, che verrà rifondata sul modello della rigenerazione. Tutto il piano avverrà di concerto con il mondo delle imprese e di tutti gli stakeholder.

Effetti dell’applicazione del piano per l’economia circolare nell'insieme dell'economia dell’UE:

  • Aumento del PIL di 0,5 % entro il 2030, con circa 700 000 nuovi posti di lavoro
  • Rafforzamento della base industriale dell'UE e stimolo alla nascita di imprese e imprenditorialità tra le PMI
  • Aumento della qualità, funzionalità, sicurezza ed efficienza di prodotti di consumo
  • Generazione di un’intera gamma di nuovi servizi sostenibili, a tutto vantaggio di consumatori e fornitori
  • Assunzione di responsabilità dell’UE dei rifiuti che produce, con conseguente sfruttamento del valore nascosto del rifiuto

Le imprese otterranno un chiaro vantaggio competitivo grazie all’abbattimento della spesa per l'acquisto di materiali garantito dal modello a ciclo chiuso (circa il 40% della spesa complessiva), un’incremento della redditività e un elevato grado di protezione dalle fluttuazioni dei prezzi delle risorse.

L’adozione del modello circolare avrà come effetto il rafforzamento generale della base industriale e lo stimolo verso l’adozione di modelli innovativi fondati su una più stretta relazione col cliente in un contesto di personalizzazione di massa e di economia collaborativa e partecipata. Un ulteriore impulso verrà dalle tecnologie digitali, già responsabili della progressiva dematerializzazione di prodotti e servizi consentendo una minore dipendenza dalle risorse.

Per quanto riguarda i cittadini, l'economia circolare fornirà prodotti di elevata qualità, funzionali, sicuri, efficienti e economicamente accessibili, che durano più a lungo e che sono concepiti, sin dal tavolo di progettazione per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclaggio di elevata qualità. Nell’universo dei servizi rientrerà un’intera nuova gamma di servizi sostenibili, compresi beni materiali riconcepite entro un nuovo modello di "prodotto come servizio" (product-as-service). Parte del leone svolgeranno tutte le soluzioni digitali.

Valore al rifiuto

Nonostante gli sforzi la produzione dei rifiuti non è in diminuzione, le attività economiche generano complessivamente 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno, equivalenti a 5 tonnellate per cittadino.

Per troppo tempo una logica apparentemente inaggirabile ha accoppiato la crescita alla generazione di rifiuti, rendendo quest'ultima un effetto collaterale del sistema economico. È necessario rompere questo tandem deleterio agendo in primis sulla produzione dei rifiuti e, laddove non sia possibile, spremere da questi il maggior valore possibile, trasformandoli in risorse di alta qualità.

Il Piano si propone di rimodellare l’intero settore rifiuti a a partire dalla direttiva 2008/98/CE al fine di:

Rafforzare l'attuazione degli obblighi per i regimi di responsabilità estesa del produttore,

Offrire incentivi e incoraggiare la condivisione di informazioni e buone pratiche in materia di riciclaggio. Armonizzare i sistemi di raccolta differenziata.

Organizzare scambi ad alto livello in materia di economia circolare e di rifiuti e intensificherà la cooperazione con gli Stati membri, le regioni e le città per utilizzare al meglio i fondi dell'UE. Se necessario si avvarrà inoltre dei propri poteri di esecuzione.

Sostanze tossiche

La politica e la normativa dell'UE in materia di sostanze chimiche, in particolare il regolamento REACH, incoraggiano il passaggio a "sostanze chimiche sicure fin dalla progettazione”.

In questa ottica il piano intende favorire:

  • La rimozione dei contaminanti dai rifiuti
  • L’abbattimento delle sostanze tossiche per uomo e ambiente dai riciclati
  • Il tracciamento e gestione delle informazioni sulle sostanze
  • Modifiche al regolamento sugli inquinanti organici persistenti
  • La classificazione e la gestione dei rifiuti pericolosi

Rifiuti rinati: un mercato efficiente per le materie prime secondarie

Per competere con le materie prime primarie, le materie prime secondarie devono far fronte a una serie di difficoltà figlie di un mercato che ha reso fin troppo conveniente l’approvigionamento dalla fonte primaria. Con l'introduzione di obblighi sul contenuto riciclato nei prodotti il piano mira a riequilibrare offerta e domanda di materie prime secondarie e far crescere contemporaneamente l’intero settore del riciclaggio. Nel piano sono previsti:

  • Criteri volti a definire quando un rifiuto cessa di essere tale
  • Rafforzare la normazione
  • Restrizioni all'uso di sostanze estremamente preoccupanti
  • Istituire un osservatorio del mercato per le materie secondarie fondamentali 

Rifiuti: un problema da non esportare

Nell'ultimo decennio milioni di tonnellate di rifiuti europei sono stati esportati verso paesi extra-UE, spesso senza tenere sufficientemente conto del fatto che fossero o meno trattati adeguatamente o come venissero processati nei paesi di destinazione.

Il Piano prevede la limitazione dell’esportazione esportazione di rifiuti che dannosi per l'ambiente e la salute nei paesi terzi, concentrandosi sui paesi di destinazione, sui flussi di rifiuti e sui tipi di operazioni problematici. Nel complesso il piano prevede azioni volte a:

  • Garantire che l'UE non esporti le proprie problematiche connesse ai rifiuti verso paesi terzi
  • Rendere il "riciclato nell'UE" un punto di riferimento di qualità per le materie secondarie
  • Limitare le esportazioni di rifiuti che arrecano danni all'ambiente e alla salute
  • Contrastare i reati ambientali, in particolare in ambito di esportazioni illegali e traffico illecito
  • Creato il .