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Eurodeputati news

La newsletter degli Eurodeputati PD - Ottobre 2/2018

L'editoriale di Patrizia Toia (29 Ottobre 2018) - Attenzione: si scrive sovranismo ma si legge austerità e tecnocrazia. Sì, è così perché le ricette sbagliate e pericolose dei nostri sovranisti avranno la conseguenza di farci ripiombare nelle più dure misure di rigore e controllo sui conti pubblici che negli ultimi anni, grazie a noi progressisti, l’Europa aveva superato.
 
Paradossalmente la maggioranza di governo italiana sta dando un contributo significativo a far tornare l’Unione europea a quelle politiche economiche senza solidarietà e senza possibilità di scelta politica che sono esattamente il contrario di quello che chiedono i cittadini, anche quelli che hanno votato Lega o Movimento 5 Stelle.
 
Ci avviamo a fare una campagna impostata sul confronto tra europeismo e sovranismo, rischiando di nascondere agli elettori la vera scelta che troveranno nelle urne delle elezioni europee di maggio: arretramento economico o crescita, il ritorno della troika o il potenziamento del piano Juncker per gli investimenti, la dittatura dello spread o la democrazia europea con bilancio dell’eurozona e sussidio di disoccupazione Ue.
 
Il dibattito tra europeismo e sovranismo rischia di essere fuorviante, in primo luogo perché i sovranisti hanno già perso. Nessuno lo dice ma è così: i sovranisti hanno già abbandonato la loro “arma”più forte. Dopo anni a reclamare l’uscita dall’Unione europea e a raccogliere le firme per un referendum sull’uscita dall’euro sia leghisti che grillini hanno dovuto rimangiarsi tutto perché gli italiani non vogliono uscire né dall’euro né dall’Unione europea. L’Europa delle Patrie invocata da Marine Le Pen e poi copiata da Salvini è un fallimento prima ancora di nascere.
 
I sovranisti litigano già tra loro, com’è logico per chi predica l’egoismo nazionale. Gli austriaci vogliono riprendersi il Trentino Alto Adige, i tedeschi dell’Afd non vogliono sborsare un centesimo per aiutare l’Italia, i Paesi dell’Est vogliono barricarsi nei loro confini e non sentire neanche parlare di solidarietà sull’immigrazione.

Tutti i sondaggi inoltre indicano che, se anche riuscisse a nascere quest’alleanza sovranazionale dei sovranisti (che è già una contraddizione in termini), non ha la minima possibilità di esprimere una maggioranza al Parlamento europeo. Il rischio concretissimo invece è che i sovranisti diventino la sponda e la scusa di quella parte di destra europea che in questi anni ha dovuto subire malvolentieri le novità imposte dalla crisi economica e dal protagonismo delle forze progressiste e del Parlamento europeo. Si va dal piano Juncker per gli investimenti al quantitative easing della Bce, dalla flessibilità di bilancio ottenuta dal Governo Renzi ai progetti su bilancio dell’eurozona, eurobond e sussidio di disoccupazione.
 
Tutte cose che sono fumo negli occhi per alcune frange del Ppe e alcuni Paesi del Nord. Per questo il candidato tedesco del Ppe, Manfred Weber, si è già detto disponibile al dialogo con i sovranisti. Vogliono ripetere a livello europeo l’esperimento austriaco dell’alleanza tra destra ed estrema destra.ù

Nel bocciare la manovra italiana la Commissione europea ha diplomaticamente ricordato qual è la posta in gioco. Tra il 2015 e il 2018 l’Italia è stata il principale beneficiario della flessibilità, per un importo dell’ordine di 30 miliardi. L’Italia è il secondo maggior beneficiario del piano Juncker. A ottobre 2018 i finanziamenti nell’ambito del Fondo europeo per gli investimenti strategici dovrebbero aver generato oltre 50 miliardi di euro di nuovi investimenti. Ora invece, grazie all’inutile scontro con la Commissione cercato dal Governo italiano per nascondere i propri errori e le proprie promesse impossibili, avranno campo libero quelli che hanno un’idea di Europa molto diversa.

Conti pubblici controllati da tecnici, non da politici social democratici come Moscovici e Timmermans, zero flessibilità e zero solidarietà europea. Il dibatto sull’immigrazione è stato già affossato al Consiglio europeo di ottobre, quello sulla riforma dell’eurozona è in programma per il summit di dicembre. E’ ora di aprire gli
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