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"Un'Europa forte è il miglior vaccino all'esaltazione sovranista"

Il blog di Patrizia Toia (Huffpost)Il blog di Patrizia Toia (Huffpost) - Nel 2019, a 100 anni esatti dalla fine della Grande Guerra, la data del 4 novembre assume un significato speciale. Nella giornata in cui celebriamo l'Unità nazionale e delle Forze armate e rendiamo omaggio alle tantissime vite spezzate dall'inutile e catastrofica Prima Guerra Mondiale, penso sia giusto riflettere sull'Europa e sul processo di costruzione di pace che ci ha visto protagonisti negli ultimi settant'anni.
 
Dall'attentato di Sarajevo del 28 giugno del 1914, che ha dato il via alla Grande guerra, si sono susseguite altre catastrofi, prima fra tutte la Seconda Guerra Mondiale ma anche la guerra nei Balcani. Da allora l'Europa con pazienza e fatica ha fatto straordinari passi avanti per cercare di raggiungere un'unità politica, sociale ed economica tra i popoli del continente. Nessuno però si faccia illusioni sul fatto che questa è una storia che riguarda il passato; le parole dello scorso 7 ottobre del presidente della Commissione europea Juncker "se continuiamo a farci rallentare dalla Brexit e dai nuovi nazionalismi rischiamo di assistere al ritorno della guerra nei Balcani" sono più di un monito.
 
Rispetto al recente passato, i nodi da sciogliere sono tutti politici. Se da un lato si lavora sull'ingresso dei Paesi Balcanici nell'Unione europea - Serbia e Montenegro riusciranno a entrare nell'Ue non prima del 2025 mentre per la Bosnia-Erzegovina ci vorrà più tempo avendo presentato domanda nel 2016 -, dall'altro assistiamo sgomenti al ritorno delle frontiere in Europa.

La proposta del doppio passaporto per gli abitanti dell'Alto Adige del primo ministro austriaco Kurz, amico della Lega di Salvini; la Brexit voluta dalla May per ritornare all'Europa del 1915; le violazioni sullo stato di diritto del presidente dell'Ungheria Orban, sanzionato duramente dal Parlamento europeo, sono sintomi di un malessere crescente.
 
Condivido le parole del presidente della Repubblica Mattarella che oggi, nel rendere omaggio ai giovani italiani morti sul Piave e sul Monte Grappa, ha richiamato tutti su un punto: "l'amor di Patria non coincide con l'estremismo nazionalista". Sono parole che dobbiamo scolpire nelle nostre menti e lavorare tutti per un'Europa forte e coesa, perché solo così rappresenta il miglior vaccino all'esaltazione esasperata della sovranità fine a se stessa.
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