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Sorpresa, gli euroscettici perdono terreno

Democratica, 11 dicembre 2018 - "Sorpresa: gli italiani non sono più euroscettici, anzi, sono sempre più favorevoli all’Unione europea. Lo ha rivelato un sondaggio flash di Eurobarometro commissionato dal Parlamento europeo e condotto tra il fine novembre e inizio dicembre. La percentuale di italiani favorevoli all’Ue è cresciuta al 64% contro il 49% registrato un anno fa. 
 
Nonostante la retorica sovranista della maggioranza di governo, nonostante gli articoloni dei giornali che si dilungano sui difetti dell’Ue, senza saperne spiegare i vantaggi, nonostante il sociologismo di tanti commentatori che da anni prevedono l’imminente collasso dell’Europa e la presa del potere sovranista e nonostante gli studi sull’alfabetismo funzionale degli italiani e sul “sovranismo psichico” dilagante.Forse invece delle analisi sociologiche è meglio rileggere i testi di De Gregori che ne “La storia siamo noi” spiegava che “è la gente che fa la Storia/Quando è il momento di scegliere/E di andare te la ritrovi/Tutta con gli occhi aperti/Che sanno benissimo cosa fare Quelli che hanno letto un milione di libri/E quelli che non sanno nemmeno parlare”.

Ed è proprio quello che è successo dal 4 marzo in Italia: con la maggioranza euroscettica e sovranista al governo è arrivato “il momento di scegliere” e gli italiani sembrano aver scelto la sicurezza e l’apertura dell’Unione europea rispetto all’avventurismo autarchico e alla chiusura dei populisti. Nell’approvare la “manovra del popolo” Lega e Movimento 5 Stelle avevano scommesso sul fatto che i prevedibili richiami e la procedura di infrazione di Bruxelles avrebbero provocato un movimento di massa anti-europeo che avrebbe costretto la Commissione a fare marcia indietro. Per l’8 dicembre Salvini aveva messo in calendario la manifestazione di piazza del Popolo a Roma come una prova di forza con cui intimidire i commissari europei. È successo invece che gli italiani non hanno creduto alle bugie della maggioranza e, stando ai sondaggi, si sono schierati con Bruxelles. Dopo le dichiarazioni insultanti e incendiare degli inizi, dopo i “me ne frego” e i “tiro dritto”, sono stati i due vicepremier a dover far marcia indietro e il ruggito del sovranismo dell’8 dicembre si è trasformato in un miagolio di promesse rimandate

all’infinito e tentativi di compromesso con Bruxelles. Si tratta solo dell’ultimo dietrofront, dopo l’abbandono dei progetti di uscita dall’euro coltivati per anni sia dai leghisti che dai grillini. Va sottolineato che l’aumento dei consensi per l’Ue non è stato registrato per un qualche futuro progetto federale europeo. Eurobarometro non ha rilevato una crescita di popolarità per un’Europa diversa, ma per l’Unione europea che abbiamo già, qui e ora. Quella che molti, a destra come a sinistra, definiscono indifendibile un po’ troppo frettolosamente, e che invece gli italiani vogliono tenersi stretta. Si tratta di una grande lezione anche per chi preferisce parlare di un europeismo astratto e futuribile per non fare la fatica di difendere e costruire l’Unione europea reale, quella fatta di difetti e compromessi non sempre esaltanti, quella per cui lavoriamo ogni giorno al Parlamento europeo in mille dossier tecnici che non raggiungono le prime pagine, ma che poco a poco stanno cambiando le vite dei cittadini europei, dalla creazione del mercato unico digitale alla difesa dei diritti e delle libertà civili. È questa Unione europea imperfetta e concreta, che anche noi vogliamo migliorare, quella che oggi ci garantisce la pace e il benessere contro lo sfascismo sovranista, e gli italiani lo hanno capito benissimo".

Scarica l'editoriale di Patrizia Toia su Democratica, 11 dicembre 2018 (pdf)
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