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CON MACRON NUOVO IMPULSO AL SOGNO EUROPEO

In vista delle tornate elettorali del 2017 molti analisti avevano paventato il rischio dell'affermarsi di movimenti euroscettici in tutta Europa. Ma dai primi voti in Francia e Gran Bretagna il rischio sembra essere stato sovrastimato. Emmanuel Macron ha sonoramente battuto Marine Le Pen nella corsa all'Eliseo e per il rinnovo dell'Assemblea nazionale. Mentre a Londra Theresa May ha rischiato la debacle, mentre gli euroscettici dell'Ukip sono scomparsi. "Con Macron all'Eliseo c'é più speranza di cambiare il destino dell'Europa che negli ultimi anni era sovrastato da una nuvola nera", spiega ad Affaritaliani.it Patrizia Toia, eurodeputata e capodelegazione del Pd a Strasburgo. "Macron ha vinto le elezioni all'insegna di un programma orgogliosamente europeista. Certo é stato critico su molte storture dell'Unione, che devono essere eliminate, ma il suo é un approccio propositivo e speranzoso". 

Dalla Francia un nuovo slancio all'idea degli Stati Uniti d'Europa?

"Macron non parla dell'Europa come un superamento delle Nazioni. Rivendica con orgoglio l'identità francese, ma al contempo sottolinea che il posto di Parigi é nell'Unione".

Accanto a Berlino o a Roma?

"Per ragioni storiche ed economiche l'asse Parigi-Berlino é insostituibile ed é un bene per tutta l'Ue che sia forte e funzioni. Come primo viaggio internazionale Macron ha scelto Berlino, ma é emblematico che subito dopo abbia incontrato Gentiloni".

Chi é il Macron italiano?

"Certamente Matteo Renzi che ha sempre parlato di Europa e della forza del sogno europeo, non nascondendo però la necessità di riformare alcuni capitoli. Penso ad esempio alla questione dei migranti o alle regole di bilancio spesso miopi".

In che modo Macron puó rilanciare il progetto europeo?

"Dall'Eliseo sono arrivati dei segnali importanti, come ad esempio una apertura alla revisione dei trattati. O la nomina, al ministero della Difesa, di Sylvie Goulard, europeista convinta, che quindi potrebbe avvallare il piano per una Difesa comune. Uno dei progetti di cui si é sempre parlato a Bruxelles ma contro il quale la Francia, fin dai tempi di De Gaulle, si é sempre schierata contro".

Guardiamo alla Gran Bretagna, quali sono le conseguenze del voto?

"Il risultato delle urne spero abbia smorzato la tracotanza di Theresa May che aveva adottato un approccio belligerante ai negoziati sulla Brexit. Ma il voto ha anche dimostrato un grande ripensamento dei britannici sulla Brexit stessa, visto che l'Ukip di Nigel Farage é scomparso dal Parlamento".

La mezza sconfitta di May si tradurrà in una hard o soft Brexit?

"Difficile dirlo. Noi vogliamo una fair Brexit. Abbiamo alcuni principi imprescindibili, come la difesa dei cittadini europei che vivono in Gran Bretagna, sui quali non possiamo trattare. Ma l'Europa non ha bisogno di una rottura con Londra, dobbiamo separarci e continuare a dialogare e commerciare".

Affari Italiani, 17 giugno 2017

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