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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

Artificial Intelligence ACT (AIA) - Scheda 2

Proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale

Scheda 2 sull'Artificial Intelligence

Punti critici 

Il tempo per l’esame della proposta, la discussione e la modifica attraverso l’azione emendativa sarà lungo oltre che complesso.

I parlamentari e le varie istanze del Parlamento europeo valutano in mesi e mesi il tempo necessario e si ha, dunque,  ragione di pensare che si arriverà ad approvare la Proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale non prima di due anni.

Il Parlamento europeo, dal punto di vista della sua posizione istituzionale, rappresenta l’interesse generale che deve conciliare sia gli interessi particolari che la difesa dei diritti dei cittadini e le istanze economiche, delle realtà produttive e dei corpi sociali intermedi, dei lavoratori e delle imprese , comprese le piccole nonché delle imprese sociali e del mondo della cooperazione. In sostanza, il Parlamento deve trovare un punto di equilibrio in nome del bene comune.

Il Parlamento, dunque, di fronte a questo dossier e alle norme che regoleranno la materia  si riserva di andare molto a fondo, cioè di analizzare compiutamente i criteri tecnici e le loro implicazioni più generali, per garantire un uso e una diffusione della IA affidabile e sicura, perché solo in un clima di fiducia si potranno far accettare applicazioni dell'IA in tanti settori vitali per la vita sociale e personale.

Perciò l'attenzione del Parlamento si focalizzerà su molteplici aspetti. Vale la pena di insistere su questo punto: data la particolare pervasività e inquietudine che può generare l’uso dell’IA nella popolazione, il Parlamento europeo ritiene necessario un supplemento di impegno e di valutazione per assicurare che le normative garantiscano i diritti di base, la privacy e la crescita, vietando allo stesso tempo gli usi di questa tecnologia potenzialmente nocivi. 

Solamente con un impianto normativo sicuro si può ottenere un approccio razionale all’IA. Rispetto alla proposta della Commissione, il Parlamento vorrebbe: 

  • Cambiamenti sulla graduazione di rischio e su cosa far rientrare nelle categorie ad alto rischio; 
  • Aggiunta di elementi di “third party assessment” per garantire ex antel’agibilità dell’uso di queste tecnologie, non basandosi solo ed esclusivamente sulle autocertificazioni prodotte dalle imprese; 
  • Inclusione della contrattazione con le parti sociali – per quanto riguarda per esempio la sorveglianza dei lavoratori; 
  • Sviluppo dell’innovazione delle start up.

Reazioni politiche e degli stakeholders 

Il Consiglio, cioè gli Stati membri, si sono già messi al lavoro.

Nello specifico si sono già svolte una serie di discussioni del Consiglio sulla proposta di legge sull'IA. Al Consiglio Trasporti, Telecomunicazioni e Energia (TTE) del giugno scorso, gli Stati membri hanno apprezzato questa iniziativa della Commissione e hanno sottolineato l'importanza della proposta giuridica. Inoltre, la presidenza slovena ha organizzato una serie di seminari e il Gruppo di lavoro sulle telecomunicazioni ha finora discusso approfonditamente il regolamento con l'obiettivo di presentare una proposta di compromesso a novembre.

L'AIA è stata anche discussa al Consiglio Giustizia e affari interni dell'8 giugno e nella riunione informale del 15/16 luglio 2021.

Durante tali discussioni, i ministri si sono mostrati generalmente favorevoli all'atto. Un punto critico è stato sollevato dai Ministri degli Interni. I ministri hanno infatti espresso preoccupazione per il fatto che l'Artificial Intelligence Act potrebbe limitare eccessivamente l'uso dell'IA nell’ambito delle forze dell'ordine.

I ministri della Giustizia, il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) e il Garante europeo per la protezione dei dati (GEPD), hanno invece espresso preoccupazione sul fatto che l'attuale proposta fornisca una protezione sufficiente, in particolare in relazione ai diritti fondamentali.

E’ questo un caso in cui la norma deve trovare un equilibrio tra interessi e prospettive contrastanti.   

In generale, le parti interessate hanno accolto con favore lo sforzo della Commissione di regolamentare questo settore al fine di garantire un uso affidabile ed etico dell'IA, così come hanno ritenuto positivo l'approccio basato sul rischio.

Tuttavia, alcune aziende e associazioni di imprenditori e di categoria hanno sottolineato una forte preoccupazione e ribadito la necessità di garantire che l'AIA non ostacoli l'innovazione, soprattutto per le PMI e le startup.

D’altro canto, ONG, organizzazioni dei consumatori e sindacati hanno invece espresso preoccupazione per il livello di protezione dei diritti fondamentali nell'ambito dell'attuale proposta, in particolare per quanto riguarda quello che è considerato un numero ristretto di divieti e di casi d'uso ad alto rischio, e per quanto concerne l'efficienza dell'applicazione dell'AIA.

E inoltre auspicano con forza un approccio più restrittivo sull'uso dei sistemi di riconoscimento biometrico. Anche in questo caso vi sono richieste differenti e addirittura opposte perchè si tratta di visioni differenti delle “ricadute” dell’IA e delle soluzioni possibili.

Parere Comitato economico e sociale europeo (CESE)

Nel settembre 2021, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato un parere sulla proposta di regolamento per l’Intelligenza Artificiale. Il Comitato ha accolto con favore il fatto che la proposta della Commissione relativa alla legge sull'intelligenza artificiale non si limiti ad affrontare i rischi associati all'IA, ma alzi anche notevolmente l'asticella per quanto riguarda la qualità, le prestazioni e l'affidabilità dell'IA che l'UE è disposta a consentire. E questi sono evidentemente elementi assai importanti per il profilo sociale della materia 

Tuttavia, il Comitato ha individuato  margini di miglioramento per quanto riguarda la portata, la pertinenza e la chiarezza delle disposizioni relative alle pratiche di IA vietate, le implicazioni delle scelte di categorizzazione effettuate in relazione alla "piramide di rischio", l'effetto di attenuazione del rischio dei requisiti relativi all'IA ad alto rischio, la possibilità di imporre il rispetto della legge sull'intelligenza artificiale e il rapporto con la normativa esistente e altre recenti proposte normative.

Su quest’ultimo aspetto, il CESE sottolinea che l'IA non ha mai operato in un mondo privo di leggi. In ragione della sua ampia portata e della sua preminenza in quanto regolamento UE, secondo il CESE la legge sull'intelligenza artificiale potrebbe creare tensioni con le normative nazionali ed europee esistenti e le proposte legislative ad esse correlate.

Il Comitato inoltre ha raccomandato  di chiarire la definizione di IA AMPLIANDO L AMBITO DI APPLICAZIONE della legge in modo da includere i "sistemi legacy di IA" e le componenti IA dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia di cui all'allegato IX.

Ha chiesto poi di vietare l'uso dell'IA ai fini del riconoscimento biometrico automatico in spazi pubblici, aperti al pubblico o privati, tranne a fini di autenticazione in circostanze specifiche, nonché di vietare l’IA ai fini del riconoscimento automatico di segnali comportamentali umani in spazi pubblici, aperti al pubblico o privati, salvo in casi molto specifici, come alcuni scopi sanitari in cui il riconoscimento delle emozioni del paziente può essere prezioso.

In linea con l'approccio all'IA di "sorveglianza con controllo umano" a lungo auspicato, il CESEha raccomandato  vivamente che la legge sull'intelligenza artificiale preveda che determinate decisioni rimangano prerogativa degli esseri umani, in particolare negli ambiti in cui tali decisioni hanno una componente morale e implicazioni giuridiche o un impatto sociale, come ad esempio in campo giudiziario, nelle attività di contrasto, nei servizi sociali, nella sanità, nella politica degli alloggi, nei servizi finanziari, nei rapporti di lavoro e nell'istruzione.

Il CESE infine ha raccomandato  di rendere obbligatorie le valutazioni di conformità da parte di terzi per tutta l’applicazione dell'IA ad alto rischio e suggerisce di includere nella legge sull'IA un meccanismo di reclamo e ricorso per le organizzazioni e i cittadini che hanno subito un pregiudizio a causa di qualsiasi sistema, pratica o uso dell'IA che rientri nell'ambito di applicazione della legge stessa.

 Queste osservazioni e queste proposte sono estremamente interessanti e pertinenti e certamente il Parlamento ne terrà gran conto perché rispondono a profili umani, democratici e sociali  che devono sempre più essere integrati in una materia apparentemente. Tecnica , ma non per questo neutra.


 

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