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Per la formazione dei lavoratori la norma sugli aiuti va ripensata

IL SOLE 24 ORE, 24 DICEMBRE 2019 - L’Unione Europea si trova oggi a dover affrontare sfide sociali senza precedenti. La crisi dell’ultimo decennio ha provocato effetti rilevanti: dalla disoccupazione giovanile alla creazione di situazioni di disagio e rischio povertà in molte parti d’Europa, fino alle difficoltà di gran parte dei lavoratori over 50, i quali – di fronte ai cambiamenti tecnologici degli ultimi anni – rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro.

Le nuove opportunità e le nuove sfide emerse dalla globalizzazione – in particolare con la rivoluzione tecnologica e digitale – hanno inciso sia sull’organizzazione del lavoro che sul tessuto sociale e demografico della società.

Di fatto, è in corso una trasformazione che tocca tutti i Paesi europei e, di conseguenza, risulta necessario prevedere politiche che siano orientate alle tematiche del welfare e della protezione sociale: penso innanzitutto alla necessità di garantire una buona assistenza sanitaria, ma anche all’urgenza di offrire un lavoro sicuro a tutti i cittadini europei.

Riguardo quest’ultimo punto, in particolare, non si può parlare di lavoro sicuro senza parlare di formazione: un diritto europeo all’occupazione – affinché ogni cittadino europeo abbia un lavoro dignitoso – non può prescindere da un diritto europeo alla formazione.

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Ue, “Ricerca” torna nel titolo del portafoglio del Commissario

STRASBURGO, 27 NOVEMBRE 2019 - “E’ con grande gioia che ho ascoltato la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen questa mattina in aula scandire le parole “CULTURA, RICERCA, INNOVAZIONE e EDUCAZIONE” in relazione al portafoglio del commissario Mariya Gabriel. La mancanza della parola “ricerca” nella prima presentazione dei commissari designati aveva giustamente sollevato le proteste del mondo scientifico e accademico, anche attraverso l’iniziativa autorevole della senatrice Elena Cattaneo, che, al varo del nuovo esecutivo comunitario, non vedeva riconosciuta l’importanza di una politica fondamentale per l’Ue come quella della ricerca. 

Una protesta che mi ero incaricata di veicolare alla presidente designata e l’ho fatto con interventi in sede di audizione e con lettere e messaggi fino all’ultimo giorno. Oggi a tutti i ricercatori italiani e europei rivolgo quindi anche il mio personale senso di partecipazione a questo momento chiarificatore del ruolo prioritario che anche la Ricerca, insieme a cultura e innovazione continueranno ad avere nel nostro comune terreno per costruire una vera AREA di RICERCA EUROPEA (ERA). Sono ben consapevole degli sforzi e dell’impegno dei ricercatori e del loro immenso lavoro, non in tutti paesi sufficientemente valorizzato, a beneficio di tutti i cittadini europei”
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"Ancelor Mittal é l’ora della responsabilità: l’azienda non scappi e il governo faccia un decreto!"

BRUXELLES, 5 NOVEMBRE 2019 - "Una bomba (e non ce n’era bisogno) è scoppiata ieri: ARCELOR MITTAL comunica il recesso e la conseguente risoluzione del contratto di affitto dei rami dell’azienda ILVA. In altre parole, rinuncia ad effettuare quel piano industriale e ambientale (con relativi investimenti per 4,2 miliardi di euro) che si era impegnata CONTRATTUALMENTE a realizzare nel polo siderurgico ex ILVA, compreso l’assunzione di 10700 persone. Arcelor Mittal ora vuole andarsene, senza rispettare gli atti sottoscritti quindici mesi fa circa.

Dobbiamo far di tutto per evitare questo esito e bene ha fatto il Governo ad affrontare subito una serrata trattativa per rifiutare quel recesso e “costringere” Arcelor Mittal a “scoprire le carte” (soprattutto sulla volontà di esubero). Ma per fare questo dobbiamo togliere ogni pretesto (vero o presunto) all’azienda rimuovendo le difficoltà e gli ostacoli emersi. Mi riferisco soprattutto al cosiddetto “scudo penale” quell’esimente che dovrebbe garantire, a chi opera per il piano ambientale, di non ricorrere in reati per responsabilità di atti pregressi.

Questo “scudo” era stato tolto (col Governo giallo verde), poi era stato in qualche modo reintrodotto. Ma il PD, a quel punto aveva chiesto e ottenuto, con ampia maggioranza, che il Governo si impegnasse a emanare un nuovo decreto per affrontare e risolvere il tema, non solo per un’azienda ma per temi più generali. L’azienda conosce bene questa volontà (anche se con qualche ritardo va ammesso). E a questo punto un atto legislativo in tal senso va assolutamente fatto e il PD (come ha detto Zingaretti) deve prendere l’iniziativa legislativa.

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Ue: "La nuova Commissione rispecchia le nostre priorità su crescita e ambiente"

BRUXELLES, 5 SETTEMBRE 2019 - “Oggi a Bruxelles una Ursula Von der Leyen sorridente e decisa, con tono mite ma con parole molto chiare ha varato la sua (e nostra) nuova Commissione all’insegna del proposito di fare di più, e soprattutto, sono parole sue, “fare ciò che si dice”.

Con Paolo Gentiloni agli Affari economici si dà un riconoscimento grandioso al ruolo e all’importanza dell’Italia e alla credibilità del Partito DemocraticoQuello che nasce è un esecutivo comunitario con parità di genere e con una netta visione di futuro dal momento che i due Vice Presidenti più importanti si occuperanno di ambiente, clima e digitale. Non è un caso che queste sono anche fra le priorità della famiglia socialista, che esprime il maggior numero dei nuovi commissari.
 
Paolo Gentiloni e Frans Timmermans porteranno avanti la battaglia che ci sta più a cuore: quella della crescita sostenibile, degli investimenti sul clima e dell’ambiente, con una revisione del patto di stabilità.

C’é pero al momento una delusione: dov’é finita la ricerca? Horizon Europe é il più grande programma di investimenti per la crescita e l’innovazione e non è oggetto di uno specifico portafoglio. E così cultura e istruzione non sono nei titoli. Mi si dirà che sono parole ma le parole sono importanti perciò ricerca, scienza, cultura e istruzione devo essere esplicitamente menzionate”.
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